I tre fratelli santi Alfio, Cirino e Filadelfo nascono da famiglia patrizia e, a seguito delle persecuzioni contro i cristiani, vengono trasferiti in Sicilia - siamo negli anni 250 d.C.- ove subiscono ogni sorta di torture ma dove continuano però ad operare conversioni e miracoli.
Nel viaggio di trasferimento a Lentini la tradizione vuole che transitino da Trecastagni; tale credenza viene ancor oggi ricordata con la festa in onore dei tre Santi che si svolge appunto in questa località, nel mese di maggio
E' un notevole evento religioso perché gli atti di devozione sono innumerevoli e nei giorni precedenti la festa i devoti si recano a piedi e scalzi al Santuario portando a spalla dei grossi ceri da offrire ai Santi.
Ma anche dal punto di vista folcloristico la festa ha grande rilievo. Infatti tutto il paese si trasforma in una fantasmagoria di luci e colori e centinaia di bancarelle vengono aperte lungo le strade principali
Canterini Siciliani
|
Festa di S. Alfio anni '40
|
Festa di Sant' Agata
Altro evento importantissimo sotto il profilo folcloristico ma anche e soprattutto religioso è la festa di S. Agata, patrona di Catania, che si svolge in questa città dal 3 al 5 febbraio. Agata nacque a Catania nel terzo secolo d.C. da famiglia patrizia. Ricevette una educazione improntata ai principi del cristianesimo. A quindici anni decise di donarsi al Signore e fu allora che le venne imposto il velo rosso che portavano le vergini consacrate.
La " Annacata" - Sant' Agata - Le candelore |
Quiziano, allora proconsole romano a Catania, ebbe notizia dell’esistenza di questa bella fanciulla, e cercò di conquistarla con tutte le lusinghe possibili, incontrando però fermezza e decisione da parte di Agata, la quale replicava di essersi donata a Cristo. Cercò allora di plagiarla in tutti i modi ma di fronte alla sua risolutezza ne ordinò il martirio. Dopo tremende torture le fu inflitto un ultimo strazio: le furono amputate le mammelle. Ma la sua fede non crollò, anzi ricevette il miracolo e le sue piaghe guarirono istantaneamente. Quiziano allora, di fronte a tale prodigio, rendendosi conto che, se reso noto, avrebbe portato nuovi proseliti al cristianesimo, ne ordinò la morte.
La festa:
Nei giorni precedenti il 3 febbraio vengono portate in giro per la città le “candelore”; queste sono altarini lignei, dalle forme decisamente barocche, che rappresentano i vari “mestieri”. Gli appartenenti alle varie categorie, pescivendoli, ortofrutticoli, macellai ecc, le portano per devozione a spalla eseguendo con questo grosso carico una specie di balletto, la “annacata".
La carrozza del senato - I devoti tirano il carro della Santa - Piazza duomo, la processione del quinto giorno
|
La devozione verso la Santa è enorme e tocca quasi fenomeni di fanatismo. I devoti, quelli che devono sciogliere un voto, indossano un saio bianco con cordoncino alla vita ed uno zucchetto di velluto nero in testa. Questo abbigliamento per ricordare l’episodio della miracolosa interruzione della colata lavica ad opera della Santa, avvenuta di notte, quando cioè i catanesi dormivano in camicia da notte. Questi devoti sono chiamati “cittadini” e sono loro che in numero incredibile tirano il “fercolo” con il busto e le reliquie della Santa in processione per le vie della città.
Il giorno tre avviene l’offerta della cera da parte delle autorità le quali a bordo della antica “Carrozza del Senato” si recano in pompa magna presso la Chiesa di S. Biagio, da cui poi parte una solenne processione verso la Cattedrale.
Il giorno 4 alle cinque del mattino vengono aperte le porte della Cattedrale entro la quale si riversa una enorme quantità di gente, per assistere all’estrazione dalla cripta della “vara” cioè del busto e delle reliquie della Santa. E’ questa una cerimonia molto toccante perché, nell’attesa, la Santa viene chiamata, invocata con un fervore ed una commozione incredibili. Ha poi luogo la celebrazione di un solenne pontificale e quindi il “ f e r c o l o “ esce in processione per effettuare il giro “esterno”, seguendo un itinerario per così dire allargato rispetto al centro della città. Dire quale seguito di fedeli segua la Santa risulta compito difficile: è una tale moltitudine da non potersi immaginare.
Lungo il percorso i balconi delle case sono illuminati ed infiorati; vengono effettuate varie soste durante le quali vengono “sparati” fuochi artificiali ogni anno più fantasmagorici e rumorosi. Il corteo si articola sotto un susseguirsi di arcate luminose che illuminano a giorno la città. Il giro termina intorno alla mezzanotte e la Santa quindi viene riposta in Cattedrale.
L’indomani alle diciotto circa inizia il giro interno quello cioè che si articola lungo il centro cittadino, in massima parte lungo via Etnea che è la strada principale che taglia in due tutta la città. Appena la Santa viene portata all’esterno della Cattedrale si ha un primo “assaggio” dei fuochi artificiali che verranno poi sparati nel corso della lunga nottata. Inizia quindi una lenta processione con le stesse modalità di quella svoltasi il giorno prima. Una folla infinita segue la Santa che viene incessantemente fatta oggetto dell’offerta della cera. Lungo tutto il percorso si è accompagnati da un intenso profumo di torrone che viene preparato lì per lì sulle relative bancarelle, dovesi trovano anche i classici dolci della festa, le olivette di S.Agata. I balconi dei palazzi sono illuminati e sono tutti gremiti di persone in attesa del passaggio della processione, pronte poi a consumare le laute cene che vengono preparate in ogni casa per l’occasione.
Dire quale atmosfera si respiri è qui impossibile, è un evento di tale portata sia sotto il profilo religioso che folcloristico che ha pochi eguali nel mondo. Viene non a torto paragonato, per partecipazione e devozione, alla settimana santa a Siviglia. Il giro termina a mattino già inoltrato, dopo la perigliosa ma assai suggestiva salita di via San Giuliano dove non di rado qualche “devoto” finisce per rimanere contuso. Ogni anno la festa si conclude sempre più tardi perché i cittadini, molto affezionati alla Santa, cercano di averla con loro il maggior tempo possibile; e con difficoltà se ne staccheranno per ritrovarla poi l’anno successivo.